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Il Castello e la Torre Merlata

Il Castello e la Torre Merlata


Descrizione

Nel 1814, scriveva il Canonico Giuseppe de Conti in merito a Murisengo: “Comune del Cantone di Montiglio. Villaggio e Castello anch’essi sulla ponta d’alto e fertile colle già infeudato in titolo di Contea nella famiglia Scozia suddetta di Casale, ha riputazione di grande antichità, poiché vuolsi che, San Candido della Legion Tebea, il di cui corpo qui si venera, abbia ivi, ne’ primi secoli della Chiesa riportato la corona del martirio”.

La storia millenaria del Castello di Murisengo rilase almeno al 940 quando, secondo un documento ufficiale, il nobile Gambertus de Munesingo partecipa a un placito astigiano come vassallo del Conte Umberto di Asti. Si ritrova a Munesenge, ovvero Murisengo, nel diploma dell'Imperatore Federico I detto il Barbarossa del 6 ottobre del 1164, inserita nelle terre donate a Guglielmo il Vecchio Marchese del Monferrato. L'aleramico marchese del Monferrato detenne direttamente una parte del castello, lasciando la restante ai signori locali, i cosiddetti Domini de Moliseng, ricordati come vassalli marchionali. Nei secoli successivi, al feudo di Murisengo, succedettero diversi vassalli, tra cui i Signori di Montiglio e i Radicati di Brozolo. Nel 1420 giunsero gli Scozia, marchesi di Calliano, conti di Azzano e Benevello, consignori di Bruino, Buriasco, Lauriano, Mondonio, Monteu da Po, Piazzo, Pino, Valmacca, Verduno e Villanova, con titolo comitale e vi restarono per quattro secoli, ovvero fino al 1873, nel quale anno, per il matrimonio di donna Tersilla Scozia, il castello passò al marito don Francesco Guasco Gallarati Marchese di Bisio e di Francavilla. Come antico maniero non esisto che la merlata torre; della sua storia, si hanno pochi e incerti dati, lasciandone l'origine, velata di mistero. Da un registro di memorie dell'archivio di casa Scozia, compilato verso il 1730, risulta che tutte le pergamene e le carte anteriori al Quattrocento andarono perdute negli incendi e saccheggi, dei quali furono più volte funestati il castello e gli umili edifici del villaggio rurale. La distruzione del primo e ben munito edificio guerresco deve essere avvenuta in epoca molto posteriore al 1400. Le caratteristiche del Castello fanno pensare che esso sia stato ricostruito non oltre il 1600. L'entrata del castello è un falso antico, in stile medioevale, costruito nel 1891 su disegno del Conte Giuseppe Ferrari d'Orsara. Tra la porta e la merlatura è stata murata una terracotta raffigurante l'Assunzione della Vergine di Luca della Robbia.

LA TORRE
Una prima e più contenuta torre risalirebbe all'XI secolo d.C., così come si evince dalle fondamenta di pietra da taglio, sulla quale sono incastonati i mattoni che la elevano. Originariamente, era certamente una bassa torre di guardia, solo successivamente gradualmente innalzata, man mano che il circostante maniero iniziò a ingrandirsi. In un atto notarile del 1775 si legge la seguente iscrizione che era incisa su una pietra della torre, ora introvabile: "Hostibus arx fortis - Sed amicis gratior, aula mei - Bernardinus Scocia - Stare dedit XII calen. Maij MDX. (Per i nemici roccaforte, ma per gli amici miei, corte gradevole. - Diede inizio ai lavori il 20 aprile 1510). Dall'epigrafe si può dedurre che l'innalzamento della torre rimonta al 1510. Da quell'epoca essa subì alterazioni e modificazioni dovute alle mode del tempo. Nei mesi estivi e autunnali, dalla sua sommità sventolava la bandiera giallo-azzurra (a simboleggiare l'oro superbo e l'azzurro fedele) dei Guasco di Bisio. La merlatura ghibellina (a coda di rondine) oggi visibile e riconducibile all'architettura gotica (XII-XVI sec), non è originale. Venne infatti realizzata nei primi anni del '900, secondo le mode del tempo, tendenti a recuperare le architetture medievali. Dell'antica Torre meralta si narra che, una certa Giulietta, ultima custode del Castello, all'età di ottatotto anni, cadde dall'alto della torre, volendo imitare il volo dei rondoni...

LA CAPPELLA
Per desiderio di Tersilla Scozia e del marito Francesco Guasco di Bisio, nel 1878 l'architetto Carlo Ceppi di Torino (già noto per aver progettato, insieme al Mazzucchelli, la stazione di Porta Nuova a Torino), esponente del gusto eclettico della seconda metà dell'Ottocento, realizzò la cappella a pianta ellittica con colonne in legno. Una lapide commemorativa, ancora oggi in essa conservata, porta memoria della volontà dei fondatori. Sull'altare vi era un trittico raffigurante la Madonna del Rosario (trafugata e oggi sostituita da una riproduzione personalizzata su assito del 1600, fatta realizzare dai nuovi proprietari del castello). Nell'originale, opera del Conte Rodolfo Curbis di San Michele, accanto alla Madonna del Rosario, erano raffigurati Donna Tersilla e Francesco Guasco oranti e genuflessi. Alle loro spalle erano presenti i rispettivi Santi protettori. Dopo diversi anni, sono invece stati recuperari i 6 banchi in legno intarsiati originali.

INTERNI
Estinta la famiglia Guasco, dopo decenni di abbandono, mobili, arredi, vetrate e caminetti vennero trafugati. Ancora in buono stato, invece, gli affreschi che decorano le sale degli Scudi, dei Fiori e delle Quattro Stagioni, queste ultime, affrescate alla fine dell'Ottocento dal Pifferi, e il corridoio a sette volte. A confermare che la merlatura delle torri è posteriori alla fine dell'Ottocento, sono anche le riproduzioni del castello nella sala delle Quattro Stagioni in cui si nota che la sommità della torre era ricoperta da coppi.
Degno di nota il corridoio con soffitto a 7 volte: le due estreme riportano dipinto lo stemma degli Scozia, mentre le altre formano quello dei Guasco, inquartato con il gonfalone in petto. Ricco il blasone della famiglia, la cui araldica ne traduce origine, discendenza, unione ed eventi. Sotto il cornicione perimetrale, una policroma araldica istoria riproduce gli stemmi delle famiglie paterne di tutte le spose entrate in casa Guasco (60 stemmi da XV secolo in poi).
Dal 2005, il castello è di proprietà della famiglia astigiana Collura di leo, a cui va il merito di aver risanato e recuperato l'antico maniero.

Modalità di Accesso

Libero

Galleria di immagini

Dove

Via Lanza 14

Contatti

Telefono: 0141/993041
Pagina aggiornata il 03/09/2024 10:21:00

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